Sky Explorer

Sky runner per due Perle

UNO SKY RUNNER PER DUE PERLE

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L’iniziativa
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Cartina del percorso

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L’impresa: Dalla perla delle Dolomiti alla perla del Mediterraneo

L’impresa ha tracciato una nuova via di trekking, tra le più rinomate località delle Dolomiti: Cortina, Arabba, Marmolada, Falcade, San Martino di Castrozza, Castel Tesino Asigo, Recoaro fino Venezia, attraverso i nostri parchi naturali. Si è così realizzato un nuovo collegamento di Venezia e del Parco Regionale dei Colli Euganei con le Alpi, ed in particolare, con Cortina ed il meraviglioso Parco delle Dolomiti, noti in tutto il mondo. L’impresa ha sapore di sport, di avventura, di turismo, di scoperta delle meraviglie montane e collinari. I parchi, patrimonio da scoprire e valorizzare, sono proposti come palestre a cielo aperto.

Caratteristiche tecniche:

• Atleta: Salmaso Norberto (Sky Runner)
• Durata: 8 giorni
• Periodo: 6-13 luglio 2003
• Lunghezza: 450 km
• Dislivello: 16.000 m
• Abbigliamento: sky runner in autosufficienza
• Tappa giornaliera: 56 km circa
• Caratteristiche itinerario: sentieri dei Parchi Naturali, piste ciclabili, strade secondarie

Sensazioni:

Si è conclusa con successo l’impresa “Cortina d’Ampezzo – Venezia”, domenica 13 luglio 2003 con arrivo a Piazza San Marco alle ore 17.30. Erano presenti: il vice sindaco di Venezia Michele Mognato, il presidente del CAI di Venezia Gidoni Giulio, il Presidente dell’Associazione Medico Sportiva Patavina e responsabile medico dell’impresa Lorenzo Spigolon e gli amici del Club Sky explorer. Ad accompagnarmi nell’ultimo tratto tra le calli e turisti incuriositi: mia sorella Laura assistente lungo tutto il percorso, il maratoneta Duca Antonino presente sia alla partenza che all’arrivo, il ciclista estremo Giuliano Calore, due miei ex studenti dell’Itis “G. Marconi”, gli atleti Andrea Sorgato e Marco Nosilati. Le bellezze naturali dei parchi attraversati hanno reso affascinante il cammino; la sosta nei rifugi in quota delle Dolomiti (Rosetta, Dal Piaz, Papa) ha ristorato la fatica quotidiana. Il sentiero delle Farangole, l’antica via romana “Altinate – Augustea” Lamon -Casteltesino, l’altopiano di Asiago, Lavarone, Folgaria, Pasubio, i boschi di Recoaro e Chiampo, i sentieri dei Berici e dei Colli Euganei con il susseguirsi di paesaggi ed emozioni, mi hanno accompagnato dalla montagna alla pianura. Da Abano a Padova, quindi Stra, le sommità arginali dei canali ora ciclo-pedonabili hanno reso più facile l’andare e più dolce il paesaggio. L’itinerario Stra – Venezia è stato il più duro. Si procede per strade interne secondarie asfaltate prive di un percorso ciclo-pedonale. Ipotizzandolo per cicloamatori, escursionisti e Sky runner come me, troverebbero fantastico il collegamento tra il Parco Colli Euganei, la Riviera del Brenta e Venezia.

BUONA STRADA…

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L’itinerario
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Partenza: CORTINA slm. 1200

6 LUGLIO 2003 domenica
1. Rif. Drusciè
2. Rif. D. D’Aosta
3. Rif. Pomedes
4. Rif. Di Bona
5. Passo Falzarego slm. 2100
6. ARABBA slm. 1600
7. Passo Padon slm. 2200
MARMOLADA – Malga Ciapela slm. 1450

7 LUGLIO lunedì
1. Passo San Pellegrino slm. 1900
2. Passo Valles slm. 2000
3. Rifugio Rosetta slm. 2500
SAN MARTINO DI CASTROZZA Rif. Rosetta slm 2500

8 LUGLIO martedì
1. Rif. Pradidali slm. 2200
2. Rif. Treviso slm. 1600
3. Passo Cereda slm. 1300
RIFUGIO DAL PIAZ slm. 2000

9 LUGLIO mercoledì
1. LAMON slm. 600
2. CASTEL TESINO slm.800
3. Sentiero Pertica
4. Rif. Barricata slm. 1350
5. GALLIO
ASIAGO slm. 1000

10 LUGLIO giovedì
1. ROANA slm. 900
2. LUSERNA slm. 1300
3. LAVARONE slm. 1300
4. Passo Coe slm. 1400
5. Passo Borcola slm. 1200
RIFUGIO PAPA slm. 1900

11 LUGLIO venerdì
1. Pian delle Fugazze slm. 1100
2. Campo Grosso slm. 1450
3. Rif. Scalorbi slm. 1700
4. Rif. Montefalcone slm. 1600
5. CHIAMPO slm. 170
6. Monte Calvarina slm. 680
7. Montebello Vicentino slm. 48
BRENDOLA slm. 30

12 LUGLIO sabato
1. Le Priare – San Gottardo slm.400
2. La Scudelletta
3. BARBARANO
4. Ponte di Barbarano
5. TEOLO slm. 170
TORREGLIA – QUOTA 101

13 LUGLIO domenica
1. ABANO
2. PADOVA
3. STRA – PORTO MARGHERA

ARRIVO: VENEZIA slm 0

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Il diario
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Sabato 5 luglio 2003

E’ sabato e finalmente con mia sorella Laura, parto per Cortina D’Ampezzo, sono le 15.00. Siamo alloggiati alla Foresteria del C.I.S. di Cortina in compagnia di un gruppo di giovani atleti impegnati in un torneo di Charling (bocce su ghiaccio).

Il tempo è buono anche se leggermente nuvoloso.

Per cena ho consumato 2 primi, mezza pizza e uno strudel: per fare sport, infatti, non occorrono solo gli integratori, che andrebbero usati unicamente in caso di emergenza, ma cibo normale, sano e genuino. Questa è la vera energia.

Domenica 6 luglio 2003

CORTINA D’AMPEZZO- Malga Ciapela (Marmolada)
Ore 9.00

Gli amici Antonino Duca e Alberto Gastaldi sono con me alla partenza, mi hanno raggiunto il mattino presto. Ci siamo: in Piazza Venezia, sotto il campanile, c’è anche una rappresentativa del Comune e altri amici. Foto di rito.

Ore 9.30
Al rintocco del campanile si parte per quest’avventura. Con me: Laura in bici, Tonino e Alberto di corsa. Percorriamo il famoso “Corso Italia” poi a sinistra, per procedere sulla statale del Falzarego. Si inizia a salire fino al Rifugio Piè della Tofana e, per la pista da sci, al Rifugio Duca D’Aosta. Tonino preferisce rinunciare all’attraversata fino al Falzarego mentre Alberto è deciso. Il Rifugio D’Aosta è chiuso ma la sua balconata su Cortina è bellissima. Si sale al Rifugio Pomedes. Qui il gestore ci accoglie con cordialità: qualche chicchera sulla mia impresa e sui bellissimi tour che si possono fare attorno a Cortina. Sentiero “Astaldi” attrezzato con funi, su cengia rossa e panorami mozzafiato. Ho deciso di praticarlo vedendo dall’alto il Rifugio Di Bona chiuso. Ne è valsa la pena. Si “galoppa” tra pendii erbosi, muschi, mulattiere sotto la Tofana di Roses. Siamo entusiasti. Lo sguardo in basso sull’anello di asfalto ci attira sui numerosi corridori che proprio oggi si stanno cimentando nella Maratona Ciclistica delle Dolomiti. Sono proprio tanti e la strada è chiusa al traffico. La nostra assistenza è bloccata al “Pecol”. Alberto è un po’ stanco, si procede per mulattiere e fortini militari. Il Passo Falzarego è vicino. Si arriva in mezzo alla folla di ciclisti che si accalcano all’ultimo ristoro prima dell’arrivo. Un cinereporter mi ferma e chiede: “Dove hai messo la bici?”. Spiego che sono partito da Cortina a piedi e che sto facendo un Trekking fino a Venezia. Non ci crede e incuriosito si fa rispiegare. Decide, con il suo amico, di filmarmi rifacendo la scena del mio incontro: domande, risposte, azione… tutto finisce lì. Arrivano gli assistenti Tonino, Laura, Lorenzo, Maresa. Facciamo qualche foto, Alberto si ferma e proseguo con Tonino fino al Castello D’Andraz. Il bosco è bello, la mulattiera e il sentiero sono segnati. Proseguo fino ad Arabba, gli ultimi 7 chilometri sono su asfalto e poco piacevoli. Accoglienza ottima. Sul libro della storia e fatti curiosi di Arabba, l’assessore allo Sport desidera che segni il mio passaggio. Ristoro, scambio di doni e poi via… su per la pista da sci su un sentiero segnato. Sotto “Porta Vescovo”. L’altopiano prativo che conduce al Passo Padon è molto bello e panoramico. Qualche marmotta e il crepuscolo dà al luogo un’aria dolce e incantata. Arrivo al Passo: il rifugio è chiuso e attacco due adesivi a testimonianza del mio passaggio. Discesa per la pista da sci: a Capanna Bill l’incontro festoso con gli amici. All’Hotel Tirolia mi accoglie il sindaco, Maurizio Peccasan. Siamo ospiti del Comune di Rocca Pietore. Si cena tutti in compagnia.

Lunedi’ 7 luglio 2003

Malga Ciapela – Rifugio Rosetta, Pale di San Martino
Si parte alle ore 8.30 e, poco prima del campeggio, incontro un ragazzo che pascola le mucche. Mi stava aspettando! Appassionato della corsa, aveva letto la notizia sul giornale e desiderava conoscermi, incontrarmi e congratularsi con me. Poco oltre, la sua malga “Ciapela” con il padre a offrirmi latte e formaggio. Si sale tra la vegetazione boschiva, il torrente scorre, su un pianoro prativo con bei panorami e alcune malghe. Il paesaggio sembra incantato; poco più su, una mulattiera ben evidente mi porta al valico di passaggio “Forca Rossa” per il Passo San Pellegrino. Scendo per un bel sentiero al Rifugio Fulciade affollato di turisti e giungo al passo. Attraverso il Colle Margherita e, per prati, arrivo al Passo Valles. Due signore anziane erano in attesa del mio arrivo da più di un’ora: appassionate di marce podistiche da alcuni anni, erano commosse, incredule del mio arrivo e dell’impresa. Le guardie Forestali del Parco Paneveggio – Pale di San Martino mi consigliano il sentiero che conduce al Rifugio Mulaz. Ristorato e massaggiato riprendo il sentiero frequentato da escursionisti provenienti dal vicino Passo Rolle e dalla Baita Segantini in compagnia, per un tratto, di Luca e Stefano. La salita sembra interminabile. Un gruppo di tedeschi procede con calma. Si punta decisamente verso un anfiteatro della montagna, poi il tetto del Rifugio Mulaz. Ci siamo: qualche consultazione con il gestore sulle condizioni di innevamento del “sentiero delle Farangole” e si riparte. E’ questo un tratto di sentiero che attraversa un piccolo ghiacciaio: si fa ripido per superare una selletta e scendere dalla parte opposta in una zona in costa frequentata da camosci. Mi fermo più volte ad osservarli, unica presenza in movimento tra zone prative e salti di roccia. Procedo con calma e tranquillità. E’ l’imbrunire. Tra le rocce una pernice si fa osservare tranquilla. Le ombre della sera si allungano mentre riprendo a salire dopo un traverso in quota. E’ suggestivo… per un attimo perdo il segnavia attratto dalle forme del paesaggio. Sulla destra si intravede una traccia marcata del sentiero. Il rifugio è vicino, tabelle indicatrici e poi eccolo. Una bambina su una roccia con un cannocchiale e a terra una palla scruta nella mia direzione: è la figlia del gestore Mariano Lott. E’ sera, sono le ore 20.00. Vengo accolto dal gestore e famiglia, appassionati scalatori, sciatori e Skyrunner. Si parla dell’impresa, della funivia chiusa per rimodernamento, di arrampicata, di viveri che arrivano con l’elicottero e se poi manca qualcosa si va a piedi a San Martino e si ritorna. Si dorme, si fa colazione, un libro per ricordo di Mariano e amici. E, per il pian dei Bechi, si riprende il cammino con una luce incredibilmente bella.

Martedi’ 8 luglio 2003

Rifugio Rosetta – Rifugio Dal Piaz
In Val Canali, una guardia forestale mi accompagna fino alla sede del Parco Paneveggio – Pale di San Martino a Villa Welsperg, dove vengo accolto dal direttore Sartori e dai professori esperti in microclima, Carlo e Noemi Velussi dell’Università di Padova. Visita al centro con mostre didattiche sulla flora, la fauna e la geologia. Il fisioterapista Renzo Zangirolami, mi massaggia prima di ripartire per il Passo Cereda. Qui le guardie forestali mi indicano il sentiero per “l’intagliata” o Passo del Comedon, 2200 metri, con accesso ripido su ghiaione dove “la maggior parte degli escursionisti, che frequentano l’alta via n. 2, tornano indietro”, commentano, segnalandomi così la durezza dell’itinerario. Attraverso un prato e mi fermo a chiacchierare con dei contadini che raccolgono il fieno. Il sentiero è veramente ripido su greto e sottobosco nel tratto iniziale, poi su ghiaie fino alla forcella con salti di roccia. Procedo con cautela e finalmente giungo al passo dove mi abbandono a un bel sospiro. Si scende al Bivacco Feltre, in bella posizione panoramica sul sottostante lago della Stua. Giungo al rifugio Boz attraverso un sentiero esposto. Consegno la mia cartolina e mi ristoro: sono le ore 18.00. Dal passo Finestra il sentiero è nuovamente su cengia e richiede prudenza ed attenzione. E’ l’imbrunire, si sale e si scende più volte. Mi affretto nell’ultima parte meno pericolosa, per riportarmi in quota e fuori dalle difficoltà prima del buio.

Ore 21.00
Sono in quota: è buio ma la mulattiera e la conoscenza del sentiero mi rassicurano. Procedo lentamente per la stanchezza e per assaporare il momento. Arrivo alla selletta e vedo due pile dalla parte opposta della “buca delle vette” che scrutano il buio. La lontananza e il tintinnare delle campane delle mucche coprono le voci. Mi incammino e arrivo. Mia sorella mi accoglie preoccupata: sono le 22.00. Il rifugio Dal Piaz è gestito dall’amico Claudio Zampieri. Si parla della giornata e dei pericoli scampati. Domani mattina Jahn, un podista di Croce D’Aune, mi accompagnerà correndo.

Mercoledi’ 9 luglio 2003

Rifugio Dal Piaz – Asiago
Jahn è più che puntuale. E’ partito dal Passo Croce D’Aune alle 6.30 per essere da me alle 7.30: dopo colazione si parte. Delle nuvole avvolgono il rifugio e una sensazione di freddo ci accompagna per un po’, a malga Monsanpiano siamo già caldi e proseguiamo per la vecchia mulattiera. Si segue il segnavia in discesa per circa 2 ore. Al paese di Zorzoi ci attende Marcello Pradel, ex azzurro di biathlon. Ci salutiamo con Jahn e proseguiamo per scorciatoie fino a Lamon. L’accoglienza è nella sala del municipio. Marcello è intenzionato ad accompagnarmi fino a Castel Tesino e Grigno. Quattro ore di corsa lungo l’antica via Augustea Altinate, una strada romana splendida e ben mantenuta. L’arrivo a Castel Tesino nella conca della cascata risveglia in me antichi ricordi dell’adolescenza, quando ci tuffavamo nella cascata. Ora il posto è un’area picnic bellissima e ordinata; la cascata è circondata da un piccolo laghetto. L’attrazione per un bagno è irresistibile… mi tuffo… è splendido! Marcello si bagna anche lui i piedi. Si riparte. A Castello trovo l’assistenza di mia sorella. L’asfalto ci segue fino a Grigno perchè l’antica mulattiera presenta un tratto franato. Ci salutiamo all’inizio del sentiero “Pertega”: mia sorella lo accompagnerà a Primolano e poi sua moglie lo verrà a prendere. Il Pertega è un bel sentiero panoramico segnato, con punti di sosta attrezzati. Si sbuca sulla vecchia strada militare. Su un arco di roccia qualche lapide ricorda gli avvenimenti della prima Guerra Mondiale. Al “Rifugio Barricata”, Elena, Andrea, Luisa e Massimo mi aspettano e con gioia li rivedo. Accenna il temporale e qualche goccia di pioggia mi accompagna fino a malga Mandrielle: qui Liana e Mosè si aggiungono alla compagnia e Massimo decide di correre con me alcuni chilometri. A Campomulo Tonino, Maresa e Giuliano Calore. Si scende all’imbrunire verso la cittadina di Gallio e Asiago. Tonino e mia moglie Liana con me di corsa, fino all’Hotel Linta dove si arriva alle 22.00.

Giovedi’ 10 luglio 2003 – ore 22.00

Asiago – Rifugio Papa Pasubio
A colazione sono in compagnia di Orlando Pizzolato con il suo stage di runners: un gradito incontro. E’ stata una trasferta lunga misto asfalto e sterrati; Passo Vezzena con bei panorami su valli prative, Carbonare, Passo Coe immerso in un bosco di abeti, forte Cherle e “la scala dell’imperatore”. Monte Maggio, gradevole mulattiera fino alla cima, passo della Borcola, discesa vertiginosa e sassosa.

Ore 20.00
Le ombre del crepuscolo rilassano il cammino. Salita al Pasubio. Ormai è buio e arrivo sulla piana di malga Buse. Mi oriento solo per conoscenza del luogo.

Ore 22.00
Improvvisamente un’ombra scura si staglia di fronte a me. Per un attimo penso a un lupo, ma la sua deviazione a destra in tutta tranquillità e il belare delle pecore mi fanno credere che sia il cane del pastore. Selletta Sette Croci: qualche segnavia. Li noto per la fosforescenza del colore bianco con la luce trasversale della luna. Finalmente la “Porta del Pasubio ” e il rifugio Papa, 2.000 metri. Una flebile luce interna, le finestre aperte, la porta dell’ingresso chiusa, sono le 23.00. Busso insistentemente ad una porta dove c’è una luce accesa e… finalmente i due gestori del rifugio, Paolo e Renato, mi vengono ad aprire. Erano a letto e a quell’ora non si aspettavano più la mia venuta. Una pastasciutta, dell’acqua e del pane per cena, poi a dormire.

Venerdi’ 11 luglio 2003

Rifugio Papa – Chiampo – Brendola
Ore 8.30
Partenza. Dopo poco mi chiama Berti, l’assessore del comune di Chiampo, comunicandomi che un gruppo di atleti dell’atletica Chiampo mi accompagneranno dalla malga Campetto di monte Falcone. Attraverso il Pian delle Fugazze e il sentiero del Sengio Alto, giungo a Campo Grosso da dove parte il sentiero “Agno – Chiampo”. Seguo il sentiero didattico delle “Mole”, grosse pietre usate un tempo per la macina. Giungo a Malga Lorpodo e al Rifugio Cesare Battisti. Una guida del CAI di Recoaro mi dà alcuni consigli sull’itinerario da seguire. Sosta con 2 piatti di pasta asciutta, assistenza di Elena e Laura, rifornimento di viveri e via. Arrivo a Malga Campetto con un’ora di ritardo sul previsto. Gianni Santolin, Sara e Dario, hanno atteso pazientemente il mio arrivo: che felicità incontrare degli amici quassù dopo tanta fatica! Il crinale è molto bello, cima Marana, con un bivacco, permette di spaziare lo sguardo verso la laguna di Venezia. Qui la montagna abbraccia la pianura e le colline dei colli Berici e degli Euganei. La discesa a Chiampo è lunga, quattro ore di corsa tra sentieri boschivi e crinali panoramici. Il corpo dei Vigili Urbani di Chiampo… 2 belle ragazze… e mia figlia Elena ci accolgono in auto alla prima borgata e ci scortano fino al Municipio. Grande accoglienza da parte del sindaco e assessore con rinfresco a base “de vin e salame”. Si segue la nuova pista ciclabile per Arzignano, Montebello Vicentino, lungo il torrente Agno, di 20 chilometri.

Ore 21.00
L’azzurro di atletica, Mario Binato, mi accompagna in scooter con bandiera Italiana per strade interne, da Montebello Vicentino a Brendola, un comune considerato la porta di accesso dei Colli Berici. C’è la festa dello Sport e le danze vengono interrotte per acclamare la mia impresa. Si cena in un tipico locale e poi a dormire, manco a dirlo, all’Hotel “San Marco”.

Sabato 12 luglio 2003

Brendola – Barbarano – Teolo -Arrivo a casa, Quota 101, Torreglia
Partenza dal Municipio di Brendola con la presenza del sindaco Mario Del Monte, l’assessore Lunardi Elio e con Mario Binato, Duca Antonino, Maresa e Laura in mountain-bike. A San Gottardo si aggiungono Luigino Nardon della Proloco Barbarano e Luigino Vendramin, della Federazione Amici della Bicicletta. Si attraversano i paesi di Barbarano e Ponte di Barbarano, dove si pranza in compagnia. A Monticelli si lasciano i Colli Berici e ,per strade di campagna, si giunge a Carbonara ai piedi dei Colli Euganei. Qui Stefano Martarello, un podista amatoriale, mi segue per sentieri collinari fino al Passo Fiorine e per “Il Calto” fino da Pallaoro, il “nostro major sponsor”. Calorosa accoglienza da parte dei genitori di Giancarlo. Rinfresco, foto, palazzetto dei Vicari con l’assessore allo Sport del comune di Teolo, Gianni Biasetto e gli amici. Riprendo a correre. Arrivo a casa Quota 101 verso le ore 19.30.

Domenica 13 luglio 2003 – ore 17.30

Quota 101 – Padova – Riviera del Brenta – Venezia, Piazza S. Marco
Ore 7.30

Partenza da casa di corsa. L’itinerario è Ponte della Filippata, ciclabile di Monterosso, Abano, Giarre, argine canale di Battaglia, Padova, Bassanello, Prato della Valle, Basilica del Santo. In compagnia di tutti gli amici si entra nella Basilica del Santo per una benedizione. Fà molto caldo e lungo l’argine Scaricatore che mi porta a Stra’, il dott. Spigolon mi offre un ghiacciolo. A Stra si unisce a noi, in bicicletta, anche Marco, un mio allievo di scuola. Vengo regolarmente idratato e rinfrescato dall’assistenza. Dopo Mira mi fermo in una trattoria per mangiare una pastasciutta. Finalmente, il ponte che unisce Venezia alla terraferma: il “Ponte della Libertà”. Antonino, io, Marco e Laura decidiamo di andare tutti di corsa. Ci segue anche l’amico ciclista estremo, Giuliano Calore, con la sua bici senza manubrio e freni. A Piazzale Roma si unisce a noi un altro atleta, Andrea. Per calli si giunge in piazza San Marco. Ci prendiamo per mano: la piazza è gremita di turisti, mi aspettano là in fondo sotto il Leone di San marco. Si arriva e bacio la terra: si è conclusa una grande avventura, un’impresa. E’ presente il vice sindaco di Venezia, Michele Mognato, il presidente del CAI, Giulio Gidoni e tutti gli amici. Si fa festa!!

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Lo staff
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Atleta protagonista
Salmaso Norberto
Sky Runner, ex nazionale di atletica leggera, docente di Educazione Fisica, Sky Explorer.

Medico di gara
Dott. Lorenzo Spigolon
Specialista in Medicina dello Sport

Chinesiologia
Prof. Giuseppe Mazzocco
Corso di Laurea in Scienze Motorie, Universita’ di Padova

Diagnostica per immagini
Dott. P. Alfieri

Dietologica
Alberto Gastaldi
Diploma Universitario in Dietista

Microclima
Dott. Prof. Carlo Velussi
Docente di Fisiologia Umana, Universita’ di Padova

Ortopedia
Dott. Giorgio Zaramella
Specialista in Ortopedia

Preparazione tecnica
Prof.ssa Giancarla Spagolla
Corso di Laurea in Scienze Motorie, Universita’ di Padova

Primo soccorso
Dott. E. Micaglio, Dott. S. Paiaro, Dott. C. Schiraldi, Dott. M. Bucci, Dott. V. Lamberti, Dott. I. Lanza, Dott. F. Gastaldelli, Dott.ssa F. Vascellari

Tecniche di sopravvivenza in condizioni estreme
Dott. Giuliano Maniero
Generale Medico

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